LE CASE CHE NON ABITO PIU'
Scultura in terracotta patinata composta da due elementi.
La casetta contiene un NFC con su scritta la seguente poesia:
Io le so le case che non abito più;ci passo da fuori, le guardo intimidita, mancata per non so quale fatalità a un’altra vita. Spersa, senza le chiavi, saluto la vecchia me, che chissà se ora rotola sul pizzicore dei tappeti due palline, o se seduta su uno sgabello in cucina ingoia contro voglia il senso stopposo di un arrosto, al posto mio.
Io le so le stanze senza quadri, riviste da sotto;
so la tenda staccata, l’aggiunta, la mancata per un filo e non c’è traccia del benemerito trasloco, perché un poco di me resta a bada.
Che sollievo che dai muri non trasudi una me distesa, un pianto: tutto conserva lo spazio di qualche strazio, ma poi dimentica, rivive, riaggiusta il lutto;
dove ho aspettato finisse tuttora ora qualcuno inizia a piegare un lenzuolo, dà larghe pacche con i palmi ai cuscini, ride come fosse a casa sua.
Beatrice Zerbini